La nostra storia

Come è iniziata e come è andata avanti nel tempo in questi 38 anni la storia del Corso Biblico di Caserta condotto dal dott. Luigi Panico.

Il primo racconto è del dott. Panico stesso.

Su richiesta del padre Vescovo Nogaro redigo una sintetica storia del Corso Biblico Caserta (ora Associazione “Centro Esegesi Biblica Caserta – Mons. Raffaele Nogaro amici di Gino”)

  1. negli anni 80 essendo vescovo di Caserta Vito Roberti, avendo conosciuto il Vangelo di Gesù Cristo come ho descritto nella mia testimonianza, iniziai a lavorare come catechista presso l’oratorio dei Padri Salesiani di Caserta. Mi era stato assegnato il compito di preparare dei giovani per la Cresima e per il Matrimonio. Non usavo catechismi né altri sussidi ma solo ed esclusivamente la Sacra Scrittura. I ragazzi ne erano affascinati. In quel periodo il presbitero salesiano belga Gerardo Lutte entrò in rotta con il suo istituto perché si ostinava a lavorare tra i poveri della periferia romana ma egli voleva vivere tra loro, dormire e mangiare nelle loro baraccopoli. Così fu sospeso a divinis. Io scrissi una lettera di sostegno a suo favore, la feci firmare da tutti i gruppi e comunità dell’oratorio, la inviai a tutti i quotidiani nazionali. La lettera si intitolava: “Se si tratta così il legno verde cosa sarà di quello secco?”. Il direttore dell’oratorio presbitero Alfonso Alfano fu esiliato in Calabria, tutti i gruppi furono sciolti, l’oratorio fu chiuso. Il primo ad essere messo alla porta fui naturalmente io.
  2. Mi rivolsi allora al presbitero Innocenzo Di Lella uomo buono, giusto, coraggioso, pieno di grazia. Egli era parroco presso la neonata parrocchia del Buon Pastore. Ivi continuai la mia missione di catechista per adulti creando un piccolo gruppo per la Lectio Divina. Essendo il presbitero di Lella in rotta con il vescovo Roberti per motivi che in questa sede non posso numerare, lasciammo tutti la parrocchia e ci trasferimmo in un locale invia Ricciardelli dove celebravamo l’eucarestia ed io potevo continuare la Lectio Divina. Moltissime persone partecipavano entusiaste perché sembrava di essere una comunità cristiana dei tempi apostolici.
  3. Il vescovo Roberti andò in pensione. Arrivò nella nostra chiesa il Vescovo Cuccarese, uomo gentile, buono, accogliente. Tutti noi ci trasferimmo in Cattedrale il presbitero Di Lella come penitenziere e noi come gruppo della Lectio Divina. Ci fu assegnato un locale cui si accedeva da via San Giovanni. Era uno stanzone freddo, buio, dall’acustica pessima. Ma fu proprio in quella stanza che nacque il gruppo biblico così come è ancora oggi: popolo unito intorno alla Parola biblica. Per la precisione iniziammo con lo studio del Vangelo secondo Matteo. Era allora parroco della Cattedrale il presbitero Antonio Pasquariello. Quest’uomo di Dio ci accolse con amore e sempre ci ha sostenuto con stima, incoraggiamento, vicinanza.
  4. Trasferito il vescovo Cuccarese alla chiesa che è in Pescara, arrivò a Caserta un uomo di Dio profeta nella parola e nelle scelte. Il suo nome fin dall’inizio fu padre Vescovo Nogaro e fin dall’inizio noi entrammo in sintonia con lui. Qualche volta partecipava anche ai nostri incontri. Il numero dei partecipanti aumentava sempre più per cui ci trasferimmo nella sala Giovanni Paolo II più grande. In questo periodo si rese necessario dividere il gruppo in due sezioni quelli del martedì ore 19:00 e quelli del giovedì ore 20:00. In questo modo fu data la possibilità di partecipare anche a coloro che lavoravano e non potevano venire prima delle 20:00.
  5. Passava il tempo e giunse il pensionamento sia del padre Vescovo Nogaro sia del parroco Pasquariello. Nella nostra chiesa giunse il vescovo Farina che purtroppo venne meno e fu sostituito dal vescovo D’Alise. Il parroco Pasquariello fu sostituito dal presbitero Vincenzo De Caprio. In quel periodo si resero necessari lavori di restauro della Chiesa Cattedrale per cui tutte le azioni liturgiche furono spostate nella vicina cappella del seminario. Tutte le sedie disponibili furono ivi sposate incluse quelle della sala Giovanni Paolo II. Io non volli sospendere gli incontri e così cominciamo a partecipare in piedi o seduti per terra, tanto si sarebbe trattato di due o max tre settimane, così ci fu detto. Dopo sei settimane, eravamo ancora in posizione ortostatica. Così decidemmo di chiedere ospitalità all’Istituto di Scienze Religiose. Il direttore presbitero Nicola Lombardi ci accolse con calore, disponibilità e ci aiutò in tutti i modi dandoci la possibilità di usufruire dei locali siti al primo piano oppure – nel caso fossero tutti occupati – del salone S. Augusto sito al secondo piano.
  6. A questo punto mi parve doveroso farci conoscere dal Vescovo D’Alise. Mi rivolsi al custode Filiberto che mi informo su orari e modalità. Così – se ricordo bene – un mercoledì alle 08:45 mi recai alla segreteria del Vescovo. Era ancora chiusa. Alle 09:00 circa arrivò il segretario signor Michele Rossi. Mi presentai e mi chiese tutte le generalità e le motivazioni. Mi disse di attendere. Ero sempre in piedi, appoggiato allo stipite della porta d’ingresso. E così restai fino alle 12:30. Il signor segretario allora si fece dare nuovamente tutte le generalità e mi disse che mi avrebbe telefonato nel pomeriggio per comunicarmi il giorno e l’ora dell’incontro con il Vescovo. Non mi ha mai telefonato e io dal Vescovo D’Alise non ci andai più.
  7. Passò del tempo, non molto. Eravamo col gruppo del martedì nel salone Santo Augusto, erano circa le 19:30. Arrivò pallido e visibilmente scosso il signor Filiberto e ci comunicò che dovevamo lasciare immediatamente il salone per ordine scritto del Vescovo. Chiesi se potevo finire la lezione. Mi disse di no. Così obbedimmo. Il giorno successivo ricevetti una telefonata dal presbitero Nicola Lombardi che mi informava di aver appena ricevuto un comunicato del Vescovo D’Alise in cui si proibiva tassativamente di concedere i locali dell’Istituto di Scienze Religiose agli estranei. La voce gli tremava ed era sinceramente dispiaciuto. Successivamente sapemmo che alcuni gruppi continuavano tranquillamente ad usufruire di quei locali e così capimmo che gli unici “estranei” eravamo noi del gruppo biblico.
  8. Fu così che in compagnia di Nostro Signore, noi estranei, ci recammo presso il Vescovo emerito Nogaro chiedendo ancora una volta ospitalità. Egli ci accolse a braccia aperte, esultando di gioia e di paternità. Così il gruppo del martedì ancora oggi si riunisce nella domus ecclesiae di padre vescovo Nogaro. Per quello del giovedì, a causa dell’orario, chiedemmo ospitalità al presbitero Antonello Giannotti parroco della chiesa del Buon Pastore. Chiedemmo ed ottenemmo immediatamente ospitalità. Poi ci accorgemmo che quella parrocchia è gestita come un vero e proprio pandocheion cioè una casa di tutti, una casa dove la parola estraneo non esiste neppure nel vocabolario.
  9. Concludo ricordando che l’amico Pierluigi Grassi sin da quando fu costituito il gruppo del giovedì registra e pubblica settimanalmente le lezioni online su YouTube; così molte persone possono seguire anche a distanza. Chiedo chiedo scusa per l’uso ripetitivo del termine presbitero ma in ubbidienza alla Sacra Scrittura (unica norma non normata della Chiesa cattolica) la quale RISERVA il termine sacerdote unicamente per i consacrati nel battesimo del Signore (Giov 17,17-ss) mi è parso giusto attenermi ad essa.

in fede

Luigi Panico

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